sabato, Aprile 27, 2024
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Post pandemia e rincari: come sono cambiate le abitudini di guida in Italia?

La pandemia globale e i recenti rincari hanno innescato un cambiamento significativo nelle abitudini di guida degli italiani.

Con l’impatto prolungato di queste due forze, ci troviamo di fronte a un’evoluzione sostanziale nel modo in cui le persone scelgono, utilizzano e percepiscono i loro veicoli. Un sostanziale cambiamento nelle modalità di lavoro, un crescente interesse per il noleggio a lungo termine e una maggiore sensibilità verso i costi del carburante hanno portato a grossi cambiamenti per il sistema automobilistico in Italia.

Nelle prossime righe del nostro articolo esploriamo quindi come questi elementi hanno plasmato un nuovo scenario di mobilità nel nostro paese.

L’aumento dei prezzi delle auto e dei tempi di consegna

Il 22° Rapporto ANIASA ha rivelato un interessante scenario nel settore automobilistico, segnato da un deciso incremento di italiani che, anziché acquistare un auto, decidono di cercare tra le offerte di noleggio a lungo termine per privati la propria nuova vettura.

Questa tendenza si spiega considerando il contesto attuale: la crescita del noleggio a lungo termine, evidenziata da ANIASA, si inserisce in un mercato auto che ha sperimentato difficoltà negli ultimi anni, con un calo del 9,5% nel 2022 e una ripresa graduale nel 2023. Le difficoltà nella consegna di nuovi veicoli, insieme all’aumento dei prezzi, hanno spinto sempre più italiani verso soluzioni alternative come il noleggio a lungo termine.

Il settore ha registrato numeri significativi, con 415.000 veicoli immatricolati in Italia nel 2023, generando un fatturato di 10,5 miliardi di euro.

I prezzi del carburante in aumento e l’esigenza di risparmiare

L’aumento dei prezzi del carburante (avvenuto anche nel mese di dicembre) unito al mancato rinnovo del taglio delle accise da parte del Governo italiano, ha posto una sfida significativa per gli automobilisti italiani, portandoli a riconsiderare le loro abitudini di guida.

Questa tendenza emergente è evidenziata da recenti ricerche, che rivelano un impatto tangibile sulle abitudini quotidiane di utilizzo dell’automobile. Il 42% degli intervistati nel corso della ricerca, ad esempio, ha già modificato il proprio comportamento a causa dell’aumento esponenziale dei prezzi, un numero che potrebbe salire fino al 69% se i costi del carburante dovessero aumentare ulteriormente.

Questi cambiamenti sono rilevanti considerando il ruolo centrale dell’auto nella vita degli italiani, con la maggior parte che utilizza il proprio veicolo per più di cinque giorni a settimana e percorre più di 10mila chilometri all’anno. Di fronte a spese di carburante che per quasi sei italiani su dieci oscillano tra i 100 e i 300 euro mensili, con un 15% che supera i 300 euro, sempre più persone stanno adottando strategie di risparmio come la scelta accurata dei distributori in base al prezzo più economico.

Inoltre, c’è una tendenza crescente a fare rifornimento esclusivamente al self-service, salita dal 29% al 58% degli automobilisti intervistati. Altre strategie includono la guida ‘soft’ per ridurre i consumi (37%) e l’utilizzo dell’auto solo per necessità (27%). Interessante è anche l’adozione di tecnologie come le app per localizzare stazioni di servizio economiche (16%) e l’uso del cruise control, che aiuta a mantenere una velocità costante e migliorare i consumi. Queste misure riflettono un cambiamento significativo nel comportamento degli automobilisti italiani, che cercano soluzioni innovative per gestire l’aumento dei costi del carburante.

I cambiamenti post pandemia: sempre più smart working e meno mobilità

Prima della pandemia, oltre l’80% degli intervistati si spostava quasi quotidianamente per motivi di lavoro o studio. Un sondaggio recente indica tuttavia che, nel post-pandemia, solo il 68,1% prevede di mantenere questa frequenza di spostamenti.

Questa riduzione è in gran parte dovuta all’adozione dello smart working. Infatti, uno su quattro tra lavoratori e studenti prevede di modificare la propria frequenza di spostamento rispetto al pre-pandemia, con il COVID-19, e altre forme di malattia, che giocano un ruolo fondamentale in questa decisione. Questo cambiamento ha portato a una realtà in cui gli spostamenti avvengono solo per necessità, con una riduzione significativa delle presenze fisiche sia nei luoghi di lavoro che di studio.

L’incremento degli intervistati che prevedono di fare meno di uno spostamento a settimana, ora al 12,4%, suggerisce un notevole cambiamento nello stile di vita. Questo passaggio al lavoro e studio a distanza ha inevitabilmente ridotto il bisogno di utilizzare l’auto per gli spostamenti quotidiani. Inoltre, l’approccio al lavoro flessibile e digitale, accelerato dalla pandemia, sembra essere diventato una componente permanente della vita lavorativa italiana. Negli ultimi anni questi cambiamenti avvenuti nelle abitudini degli italiani hanno portato ad avere implicazioni rilevanti non solo per gli individui ma anche per la pianificazione urbana e l’ambiente: non resta che attendere per scoprire se si tratta di cambiamenti che perdureranno anche negli anni futuri.

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